giovedì 10 marzo 2016

I racconti di Alberi: ABETE


"Il suo ufficio era al settimo piano di un palazzo moderno. L'atrio in marmo e vetro, l'ascensore di metallo rapido e silenzioso. L'intero piano era occupato dalla sua società. Era il suo regno incontrastato. L'ufficio era in fondo al corridoio ed era preceduto da un salottino d'attesa, dove generalmente l'attendeva la sua segretaria. Lo seguiva passo passo per appuntarsi gli incarichi che lui dettava mentre appendeva il cappotto e sistemava le carte sulla scrivania."

L'incipit del primo racconto di Alberi, che si intitola Abete, è scaturito da un'immagine che avevo custodito nella mia mente da anni: un'abetaia silenziosa ed innevata, attraversata da un vento gelido, che avevo attraversato con gli sci. Ad un certo punto quel pomeriggio mi ero fermata a un lato della pista, era tardi e il sole stava iniziando a calare. Mi ero tolta gli sci per avvicinarmi a uno degli alberi che mi attirava con quel morbido fluire dei rami verso il basso, carichi di neve. In realtà appena mi ero avvicinata per toccarlo, un ramo messo di traverso mi aveva graffiato il viso e punto con gli aghi. Uno dei personaggi di questo racconto è così, umanamente gelido e dotato di aghi che ti feriscono se ti avvicini troppo. Da quell'immagine in poi il racconto si è scritto da solo.

#AlberiRosanna

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